Pagina:Barrili - L'olmo e l'edera, vol. 1.djvu/114

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avvenne di innamorarsi della malattia, come già s’era innamorato della donna. Il cuore e la mente erano interessati del pari in quella grand’opera. Poter vincere quel male, e restituire il sangue in quelle vene colme di linfa! Egli in quel punto si pentì davvero di non aver confortato colla pratica assidua lo studio di quell’arte salutare, che gli appariva tanto più nobile allora, in quanto che doveva rivolgersi a salvare una vita cotanto preziosa per lui. Ora questo per lui significava per tutto il mondo. Il mondo senza quella donna gli sarebbe paruto a gran pezza più paurosamente nero di quel sogno sulla distruzione delle cose, che Lord Byron descrisse in versi tali da mettere i brividi addosso ad ogni generazione di lettori.

Salvarla, salvarla! Ma come? Il suo consiglio senza guida si aggirava in un circolo vizioso di ragionamenti, come un povero disgraziato nel labirinto di Creta, senza il filo pietoso di Arianna.

La causa, pensava egli, la causa morale di questa malattia, chi la indovina? Che giova sapere come si restituisce al sangue la materia colorante, se quel nemico nascosto, invisibile, seguiterà a guastare il