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Pagina:Barrili - La legge Oppia, Genova, Andrea Moretti, 1873.djvu/108

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104 la legge oppia


Plauto

(intromettendosi)

Sì, ma ci ha troppo fuoco. Tempera, amico mio! tempera! Il Console parlerà fieramente; metterà fiamme dal labbro. Tu, sii grave e pacato; riposerai l’uditorio, entrerai nelle grazie dei vecchi, che amano d’esser trattati con ossequio, e ti sarà più agevole il vincere.

(da sè)

Se l’amico mi sentisse a dar consigli di questa fatta contro di lui, sarei bell’e spacciato.

Annia

(affacciandosi all'intercolonnio)

Ah, ecco, parla il Console!

(Valerio e Fulvia la seguono, per star ad udir l’oratore, ma
spesso guardandosi e sempre tenendosi stretti per mano)

Bolle, come un mare in tempesta! Dei buoni, che furia di sarcasmi!... E’ vuol fare di nostra carne rocchi.

Plauto

Credo che sarebbe eccellente.

Annia

Antropofago!

Plauto

Eh, soltanto per metà! mangiatore di donne.

Annia

Ah, ecco Claudia coll’altre. Vedi? Ci avresti da farne una indigestione.

(andando incontro a Claudia, a Licinia, Marzia Atinia e Volusia)

Ecco dunque il gran giorno! Ecco l’ora che deciderà della nostra sorte. Il Console ha cominciato la sua invettiva.