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130 l’assalto prodigioso


senza logica come in un delirio. Tutte le visioni e tutte le emozioni di questa giornata di fiamma si confondono in una impressione tumultuosa.

Le notizie mancano ancora, le notizie esatte che fissano e limitano gli avvenimenti. Non sappiamo bene, non sappiamo tutto, ma sentiamo una non so quale vampa di esultanza nell’aria polverosa del campo di battaglia. Tutti ridono, gli occhi pieni di febbre, delle voci che passano non si sa come, nate non si sa dove, gridate forse da qualche staffetta che fila veloce in una scia di polvere, si spargono nei quartieri generali e lungo le retrovie; vanno in un baleno, da uomo ad uomo, da reggimento a reggimento.

Salgono dalle vallate già piene d’ombra gridii di acclamazioni confuse. Sono le truppe in marcia, lungo le strade fiancheggiate da grandi stole perchè il nemico non le spii, le truppe di rincalzo che vanno a gettarsi nella lotta, trafelate e liete, e che respirano anche loro il misterioso soffio di entusiasmo del combattimento, l’alito della vittoria.

Non è possibile narrare con ordine ancora. L’azione è stata fulminea, vasta, multiforme, ed ha lasciato in chi vi ha assistito un barbaglio di impressioni, una ridda di immagini vertiginose e gigantesche, qualche cosa di un im-