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l’assalto prodigioso 131


menso uragano di fuoco e di fumo nello splendore accecante della più bella giornata di agosto. Vi era una terribile festosità in questa battaglia che impennacchiava tutto il paesaggio dell’Isonzo di nembi luminosi.

Il rapido spostamento di forze che ci ha permesso, a così breve distanza dalle grandi battaglie del Trentino, una così violenta e decisiva ripresa dell’offensiva sull’Isonzo, costituisce quello che in termini militari si dice «manovra per linee interne». Essa è fondata sul vantaggio della minore distanza da percorrere da un punto all’altro della fronte quando si può seguire la corda, mentre il nemico deve seguire l’arco, della grande linea del conflitto. La sua riuscita dipende dalla prontezza del movimento. La nostra manovra è stata compita in una settimana. È un prodigio, se si pensa al lungo tempo che è stato necessario alla preparazione di tutte le grandi offensive della guerra europea.

L’altro ieri, venerdì, sferravamo il primo colpo. Ma era una finta. Le nostre artiglierie, a mano a mano che arrivavano a piazzarsi, facevano per tutto tiri di assestamento, lasciando il nemico indeciso sul punto di attacco, attirando ora qua; e ora là la sua attenzione con quel bombardamento lento di assaggio. Alla mattina del 4 il nostro fuoco si è fatto vivace, serrato, risoluto, alla estrema destra, nella zona di Mon-