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Pagina:Barzini - Dal Trentino al Carso, 1917.djvu/150

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140 l’assalto prodigioso


tata dal turbine della battaglia, sollevata ad altezze vertiginose, ributtata per terra, ripresa dal volo. Non si ragiona, ognuno grida quello che pensa, inascoltato.

Come descrivere?

È alle quattro pomeridiane precise che le fanterie sono entrate in azione. Le notizie che dalla mattina erano cominciate ad arrivare dai comandi dei reggimenti erano magnifiche: «Il fuoco è efficacissimo! — telefonavano concordi. — Varchi ampi e numerosi si aprono nei reticolati!... La truppa freme di entusiasmo!... Lo slancio dei soldati sarà violentissimo!». — Lo è stato.

Sul Sabotino l’assalto è arrivato alte trincee nemiche prima che in quel settore l’artiglieria austriaca si orizzontasse, capisse. La contemporaneità straordinaria, meravigliosa dell’azione, richiamando per tutto la difesa, ha impedito che la concentrazione del fuoco avversario si portasse utilmente su tutti i punti minacciati. Quando il bombardamento austriaco infuriava sul Podgora, si passava sul Calvario, quando si accaniva su Oslavia, si passava verso Peuma. L’attacco del San Michele facilitava l’avanzata in pianura.


Nessun assalto è stato più vigoroso, più sicuro, più ardente. Si è visto sul Sabotino, lo spaventoso Sabotino, la montagna della morte,