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302 la conquista


larità da piazza d’armi. Ogni unità ha svolto il suo programma, con fulminea arditezza.

La sorpresa del nemico è stata tanto grande che ne è seguita la disorganizzazione. Per alcune ore esso non ha potuto reagire. Impegnato a fondo sulla sinistra non ha trovato un rimedio alla imprevedibile catastrofe della destra. I contrattacchi sono arrivati tardi, ed erano snodati; violenti ma senza seguire un piano chiaro di azione. Si capiva che delle truppe, raccolte in fretta, erano gettate avanti a caso. Forse non si tratta ancora che di ricognizioni.

Anche l’artiglieria nemica ha taciuto dopo la conquista. Alla sera da quel lato della fronte era un silenzio lugubre, strano. Il nemico non è riuscito ad appurare la nostra nuova fronte, oppure ha ritirato le sue batterie minacciate. L’assalto è già arrivato su dei cannoni di medio calibro. Sei pezzi da 105 sono stati presi in una dolina ampia e profonda oltre al Pecinka.

Certe trincee conquistate erano piene di feriti e di morti nemici. Sembrano frane di sassi e di corpi. Le perdite austriache debbono essere enormi. Pochi sono i superstiti della linea avanzata, composta in alcuni punti di una catena di buchi da tiratore. I camminamenti sono crollati, le ridotte hanno l’aspetto di cave di pietra. La devastazione fatta dal nostro fuoco è indescrivibile. Le colonne di rincalzo