Pagina:Barzini - La metà del mondo vista da un'automobile, Milano, Hoepli, 1908.djvu/32

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xxii introduzione


“yurta„: — i “mujik„ dalle lunghe chiome bionde, sguardi dolci e perduti verso il largo orizzonte del loro paese dalle lente colline e dai lunghi pianori; e più in là, molto più in là, verso un avvenire di minore miseria e di vita più umana.

Questi gruppi, dall’aspetto così diverso, Ella li disporrà intenti al salvataggio della nostra macchina: anelante su per le rocce aduste, lanciante getti d’acqua e di vapore nelle sabbie della Mongolia, reclinata sul fianco, come una nave incagliata, nelle paludi e nelle forre della Siberia e della Russia.

Ella dirà — e rinnoverà l’entusiasmo — quanto ci aiutassero: la fratellanza dei concittadini incontrati lontano, lontano dalla patria — il consenso delle folle che lasciavano in massa l’officina, la bottega, la scuola per acclamare al passaggio dell’automobile, prodotto e simbolo fremente di quel lavoro che è forza viva dei popoli per ogni ascensione.

Tutto questo ed altro ancora diranno le brillanti pagine del suo libro.

Io voglio accogliere in un unico pensiero di affettuosa riconoscenza tutte le donne che — con le cure, la parola cortese, il sorriso fuggevole — in un giorno, in un ora, in un istante hanno aggiunto vigore alle membra stanche, coraggio all’anima restìa, decisione alla mente dubitosa.

E intendo tutte: quelle che so e quelle che ci rimasero ignote.

Intendo tutte: le buone massaie, che avendo un tetto ospitale ci diedero per un giorno l’impressione di una nuova famiglia, facendoci assaporare la gioia di un buon letto e della buona tavola — la delicata sensazione che provoca, in chi viene dalle solitudini della vita randagia, la casa ordinata e animata dallo spirito femminile.

Le mogli dei “mujik„: che negli alloggi municipali di villaggi isolati da ogni vita civile, nelle “isbe„ tagliate a gran colpi d’accetta nei tronchi delle foreste immense, ci offrirono dalla sera all’alba tutto ciò che avevano, e stanza e letto; esularono dalla povera casa perchè noi la godessimo; ci portarono la scodella di minestra fumante, la brocca di latte sapido