Pagina:Barzini - La metà del mondo vista da un'automobile, Milano, Hoepli, 1908.djvu/402

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346 capitoli xv.


armiak di velluto adorno di ricami che gli dava un’aria da bojardo decaduto. Borghese gli presentò le lettere ufficiali rilasciateci dal Ministro dell’Interno e dal Direttore della Polizia dell’Impero, ingiungenti a tutte le autorità di concederci ogni aiuto e protezione e gli disse solennemente:

— Leggete!

Disgraziatamente lo Starosta non sapeva leggere, e guardava con gravità quei documenti capovolti. Ma un giovanotto, che portava un berretto militare, glie li tolse e lesse ad alta voce al popolo riunito.

Lo Starosta salutò profondamente. Quel che più aveva impressionato quella brava gente era il titolo di Principe e la qualità di deputato al Parlamento di Borghese.

— Fa parte della Duma d’Italia! — si sentiva ripetere con accento ammirativo.

— È un Kniatz!

— Ha un podorojnè del Governo!

— È come un corriere dell’Imperatore!

Lo Starosta domandò cosa dovesse fare. Il Principe gli disse che aveva assoluto bisogno di trovarsi prima di sera ad Atschinsk. Doveva quindi traversare al più presto il fiume. Vi fu una breve discussione fra i mujik, in seguito alla quale il vecchio dichiarò, inchinandosi, che sperava di farci traghettare il Kemtschug in qualche ora. Intanto ci invitava ad aspettare nella sua isba, dove la moglie ci offrì del thè nelle tazze d’onore.

In un momento Bolshaja fu in armi: i contadini armati di asce, di corde, di secchie, di pale, si adunarono in riva al fiume. Noi seguivamo con curiosità da dietro i doppi vetri della finestra quel movimento; la presenza delle secchie c’imbarazzava. Lo Starosta comandava la manovra: presto comprendemmo il suo piano, e perciò anche l’uso delle secchie. Si voleva risollevare il battello affondato, del quale emergeva dall’acqua una punta. Degli uomini entrarono nel fiume, legarono il barcone con le corde, e così fu tratto facilmente vicino alla riva. Poi con le secchie lo vuotarono,