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lotta che limita le possibilità immediate, ma al valore delle truppe e alla chiaroveggenza e alla volontà del Comando Supremo dobbiamo di aver strappato alla situazione tutti i vantaggi che poteva darci.

Senza la ferma, tenace, indomita e illuminata volontà di Cadorna, coadiuvata dall’opera intensa di Porro, che guida così mirabilmente il meccanismo dell’esercito, forse ora questa guerra si combatterebbe sullo Iudrio invece che sull’Isonzo. Parve naturale al Paese, il primo giorno delle ostilità, che le nostre truppe varcassero su tutti i punti la frontiera, poichè si era dichiarata la guerra. Ma in quel momento non disponevamo alle frontiere che delle truppe di copertura, con servizi appena sufficienti nella immobilità, con basi in formazione. Il vero esercito si stava mobilizzando. E slanciarsi con forze limitate all’invasione di un paese mobilizzato e agguerrito, che negli ultimi cinque giorni — sui quali mancavano informazioni precise — poteva aver concentrato tre o quattro corpi di armata completi in un settore, slanciarsi con i soli viveri di riserva e le sole munizioni delle giberne e degli avantreni, pareva una terribile imprudenza a più di un generale.

Cadorna comprese che aspettare voleva dire lasciarsi cogliere dalla guerra di trincea sulla nostra terra; sentì la necessità assoluta di adoperare subito tutti i mezzi disponibili per uno