Pagina:Basevi-Opere di Verdi.djvu/27

Da Wikisource.

7

non hanno luogo cerio grazie, e fioriture ec., così il grandioso ha da togliere la suo bellezza dalla semplicità. Si noti però, che sono alcuni cori di magico effetto, le cui cantilene, eseguite da una sola voce, perdono ogni forza e vigore: per la qual cosa non meritano esse il nome di grandiose, tenendo dalla potenza della sonorità il principal argomento dell’efficacia loro. La molta sonorità produce un effetto, che non lasceremo inosservato. Il quale consiste nel dare ai vari suoni quella forza e tenacità, che li tiene insieme indipendentemente dall’appoggio, e dalla attrazione loro vicendevole: tanto che, tolta quella sonorità, lo stesso canto, per cosi dire, si liquefarebbe, e perderebbe ogni consistenza. Veramente grandioso è l′andante «D’Egitto là su’ lidi», e con mollo bell'effetto di contrapposto, il coro ripete all’unisono la prima frase dall’aria: effetto non nuovo, e che trovi per es. nell’aria «Bell’ardir» del Marino Faliero del Donizzetti.

Quantunque il Verdi abbia trovato modelli di grandioso nella musica Rossiniana, nondimeno egli mostrò mollo ingegno nel trasfondere nelle arie quel carattere, che il Rossini ha posto per lo più nei cori, come «Alziamo insieme il canto» nel primo atto del Guglielmo Tell. Il Mercadante non venne anco certo trascurato dal Verdi; il quale seppe con accorgimento schifare gli scogli, contro cui quegli ha rovinato sovente. Una sola volta riuscì al Mercadante di aggiungere veramente al grandioso, cioè nell’aria della Vestale «Versate amare lacrime», comecchè in qualche punto tentenni verso il gonfio, e lo stirato. — La cabaletta dell’aria suddetta di