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144 lo cunto de li cunti

          La mette mperecuoccolo,
          E, comme vene l’ora,
          Che s’arvoleja na nzegna,
          Che sente taratappa,
          De corzeta se scrive,
          Tirato pe la canna
          Da quatto jettarielle1
          Spase ncoppa na banca!
          Piglia tornise frische,
          Se veste a la Jodeca2,
          Se mette la scioscella,
          E te pare na mula de percaccio3,
          Co lo pennacchio e lo passacavallo!
          Si n’amico le dice: «Adove jammo?»
          Responne allegramente,
          Nè tocca pedo nterra:
          «A la guerra, a la guerra!»
          Sguazza pe le taverne,
          Trionfa pe le Ceuze4
          Vace a l’alloggiamiento,
          Recatta le cartelle5.
          Fa remmore e fracasso,
          E no la cedarria manco a Gradasso!
          Maro isso6, si se fonne a sta coppella!



  1. Monete. Nella già cit. comm.: La necessità aguzza l’ingegno, Passero dice a un Capitano: «Ste mprommesse sordatesche saccio come so. Facile na bella spasa de doppie ncopp’a na boffetta. Li peccerille correno a lo lustro, e buje l’aggraffiate, zuffete, dintro lo tarcenale!»(II, 9)
  2. Luogo di Napoli, nella regione del Pendino, dove una volta erano gli Ebrei, e, cacciati questi, vi si sostituirono i venditori di panni vecchi, continuatori del loro mestiere.
  3. Procaccio.
  4. Luoghi di postriboli. V. n. 24, p. 91.
  5. Ordini di alloggio. Allude ai soprusi, ai quali servivano di pretesto questi ordini.
  6. Amaro lui, lui sventurato!