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jornata ii. trattenimiento vi. 225

lata; la Franzese, troppo cellevriello sbentato1; la Veneziana, na conocchia de lino, co li capille cossi jancacce2! All’utemo dell’utemo, chi pe na cosa, e chi pe n’autra, ne le mannaje tutte co na mano nante e n’autra dereto. E, vedenno ca tante belle facce erano resciute a garzetta3, resoluto de strafocarese, deze de pietto a la propia figlia, decenno: «Che vao cercanno Maria pe Ravenna, sì Preziosa, fìgliama, è fatta a na medesema stampa co la mamma? Aggio sta bella facce drinto la casa, e la vao cercanno nculo a lo munno!» E, fatto ntennere sto penziero a la figlia, n’appe na nfruata e na lengoriata4, che lo cielo te lo dica pe mene! Lo re, tutto nfuriato, le dicette: «Vascia5 ssa voce, e schiàffate



  1. Qualità proverbiali delle donne tedesche e francesi. Delle quali ultime, del resto, mette conto notare che, fin d’allora, non ne erano ignote le solide qualità. Così Stefano Guazzo accenna all’istruzione pratica delle donne francesi, capaci di «sollecitare processi e frequentare le case dei giudici e degli avvocati e regolar di lor mano i libri dei crediti e debiti, ecc.» (La civil conversatione, in Vinegia, 1616, p. 118).
  2. Cioè, biondicci. — Che bianchiccio (Jancacce) stia per biondiccio si prova con altri esempi. Così in una delle solite enumerazioni delle bellezze delle donne, si legge: che deve avere tre cose bianche: capegli, denti, carni (cfr. Facezie e motti dei sec. XV e XVI, pubbl. dal Papanti. Bologna, Romagnoli, 1874, p, 66): il che non vuol dire: capelli incipriati, come suppone l’ed. (cfr. Imbriani, Posil., p. 124). E il tuono del biondo, prodotto dalla toilette d’allora, andava spesso al bianco: onde il Vecellio (o. c., f. 255), discorrendo delle donne di grado napolitane, dice: «Costumano anchora di farsi i capelli biondi a forza d’acqua artificiosa, fatta a tal effetto, che fanno parere i capelli di argento». Più tardi, le donne veneziane cominciarono ad avere i capelli bianchi per cipria. «Le donne, — dice uno scrittore del 1660 — , solevano tinger li capelli al biondo: hora li aspergono di polve bianca, onde par che chiamino le canitie ad far lega con la gioventù» (Luca de Linda, o. c., con le agg. del Bisaccioni, p. 46l).
  3. Riuscite male. V. n. 57, p. 148.
  4. un gran rimprovero.
  5. (EO) va via.

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