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146 al popolo italiano

e storici chiamaron Alpes tridentinæ, tutta la catena centrale che geograficamente separa l’Italia dalla Germania.

Sfortunate furono le irruzioni barbariche finchè furono in potere di Roma le Alpi tridentine. Ma allorchè declinò l’impero romano, gli elementi romanizzati furono dall’onda straniera respinti dalla regione dell’Alto Adige verso la trentina. In questa mai furono notevolmente intaccati; in quella resistettero solo parzialmente con alterna vicenda, or guadagnando, or perdendo terreno.

La romanità si era così vivamente imposta al territorio trentino e alla parte confinante di quello atesino, che nessuno dei governi succedutisi — Goti, Ostrogoti, Longobardi, Carolingi — osò staccarli dalle varie marche o ducati o regni italici.

La situazione del Trentino, durante le invasioni barbariche, può essere stata più aspra, tuttavia non molto differente da quella delle altre regioni settentrionali d’Italia. Ma di gran lunga peggiore fu nei secoli successivi, allorchè gli imperatori del sacro romano impero, per aver libero accesso alla penisola, ebbero costante mira di affidare il territorio trentino (traverso il quale compirono ben settantadue spedizioni!) a principi vescovi di lor fiducia.

All’azione dei principi vescovi e degli imperatori, che se voleano difesa l’unità del territorio, voleano però compressa l’indipendenza del libero comune, e a tutta possa contrastarono — riuscendovi — il terreno a Venezia, naturale