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abbastanza per abbattere qualsiasi edificio incontri sulla sua strada. Ad essa si accedeva per mezzo di una botola nel centro del pavimento, da cui partiva una scaletta a pioli che conduceva giù nel piccolo oscuro rifugio.

Se Dorothy si metteva sulla soglia di casa e si guardava intorno, non vedeva null’altro che l’immensa prateria da ogni parte. Non un albero, non una casa che interrompesse la vasta distesa della campagna ovunque confinante con l’orizzonte. Il sole aveva tanto bruciato il terreno arato da ridurlo come una grande massa grigia, screpolata da sottili fessure. Nemmeno i prati eran verdi perché il sole aveva inaridito le cime dei lunghi fili d’erba così da non lasciar scorgere nulla all’infuori dello stesso color grigio dappertutto. Un tempo la casetta era stata dipinta di fresco, ma il sole aveva disseccato la vernice e le piogge l’avevano lavata via, tanto che la casa era ormai divenuta triste e grigia come tutto il resto.

Quando la zia Emma era venuta a vivere lì era una giovane e graziosa mogliettina; ma il sole e il vento avevano trasformato anche lei. Avevano tolto ai suoi occhi la loro bella luce viva e li avevano lasciati di un tranquillo color grigio, avevano fatto sparire il rosso dalle sue gote e dalle labbra, ormai pur esse grige. Era

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