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del censo, senza alterarne nel minimo apice li suoi registri. Tutta la fatica sarebbe di calcolo, sì per il ragguaglio delle misure, sì per quello de’ prezzi corrispondenti; calcolo che si potrebbe ridurre alla pura fatica di sommare col mezzo delle opportune tabelle, sul modello di quelle che si sono costrutte. Vuolsi, per esempio, avere la tavola nuova in dimensioni della vecchia, si faccia come 6241 a 20, 736 (tante sono le once quadrate della nostra tavola), così 5184 al quarto proporzionale. Il risultato sarà di 17, 224 once quadrate vecchie di una tavola nuova, cioè piedi 119, once 98 quadrati; e però la pertica, tavole 19, piedi 136, once 49 quadrate. Si può dunque facilmente formare una tabella ad uso comune per avere tradotte le pertiche della nuova misura geodetica in misure della vecchia pertica Milanese. Li 6241.mi che sopravanzano, essendo parti di un’oncia quadrata, debbono trascurarsi, con che se ne tenga conto nella moltiplicazione, quando per essa formeranno gli intieri d’oncia, e il rotto d’avanzo potrà sempre negligentarsi come minore di un’oncia quadrata, cioè minore di di una pertica, il che è un nulla rispetto ad una sola, e molto più rispetto a molte pertiche.

Costruito così il nuovo trabucco, non occorrerebbe più dividerlo in sei piedi come prima, ma lasciarlo diviso in braccia 4, e li braccia colla solita suddivisione in once, punti ed atomi, e in questa maniera il campione originario delle misure lineari sarebbe anche il campione delle misure superficiali, il che, cred’io,