Pagina:Bellamy - L'avvenire, 1891.djvu/150

Da Wikisource.
148


«Quando ne hanno voglia, sì,» replicò il dottor Leete. «Esse non cercano punto di nascondere i loro sentimenti; la civetteria sarebbe disprezzata altrettanto in una ragazza, quanto in un uomo; la finta freddezza che ai vostri giorni ingannava ben raramente un amante, lo ingannerebbe ora interamente, chè nessuno si vale di questi artifizi».

«Questo è un risultato dell’indipendenza delle donne,» dissi. «Sicchè ora non si fanno che matrimoni d’amore?»

«Ciò è naturale,» rispose il dottor Leete.

«Che felicità! Un mondo nel quale non si concludono che matrimoni d’amore! Ah dottor Leete, è impossibile che comprendiate quanto ciò sia sorprendente per un uomo del secolo decimonono».

«Me lo immagino in parte,» soggiunse il dottore. «Ma questo fatto ha forse un’importanza assai più grande che non ve lo figuriate. È la prima volta, nella storia dell’umanità, che vediamo avverarsi il principio della libera scelta coll’aspirazione a conservare ed a trapiantare i migliori tipi delle razze.

Le donne non sono più costrette ad accettare uomini che non possono nè amare nè stimare. La ricchezza ed il rango non fanno più dimenticare il merito personale, le qualità di una persona, lo spirito, l’indole, la bellezza, l’eloquenza, la bontà la generosità ed il coraggio, sono sicuramente trasmessi ai posteri; ogni generazione passa per un crivello più fine che non la precedente. Le qualità che la natura umana ammira, saranno conservate, le altre devono sparire. Vi sono delle donne che, naturalmente congiungono l’amore all’ammirazione e che cercano di maritarsi bene; ma esse ubbidiscono alla stessa legge, chè, maritarsi bene non significa sposare un uomo che abbia una fortuna od un titolo, ma bensì un uomo che, per assennatezza o per intelliggenza, si sia distinto al servizio dell’umanità.

Parlaste, alcuni giorni fa, della superiorità fisica del nostro sesso sui vostri contemporanei; più importante di tutte le cause da me accennate, è forse la libera scelta che ha migliorato la condizione di due o tre generazioni. Credo che quando conoscerete meglio il nostro popolo, troverete che esso ha progredito,