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148 delle memorie


in diverse occasioni, secondo la diversitá de’ tempi, avessero ancora mostrato di riconoscere nella casa di Savoia la sovranitá dell’istesso feudo. Ma nel tempo del re Francesco primo, quando piú ardeva in Piemonte la guerra fra lui e l’imperatore Carlo quinto, essendo il marchese di Saluzzo d’allora, chiamato Francesco, passato improvisamente e con azione proditoria, come i francesi la nominavano, dal campo del re all’esercito dell’imperatore, gli aveva il re confiscato il feudo con dichiarazione ch’egli fosse caduto manifestamente in delitto di fellonia. Mancato poi senza figliuoli esso Francesco e del tutto estintasi ancora la successione della sua casa, avevano i re di Francia sempre goduto pacificamente il possesso del marchesato. E nella pace del millecinquecentocinquantanove fra le due corone in virtú della quale il duca di Savoia Emanuel Filiberto padre di Carlo era stato restituito al possesso della Savoia e quasi all’intiero possesso ancora del Piemonte, non aveva egli mossa pretensione alcuna sopra il feudo di Saluzzo incorporato di giá nella corona di Francia. In tanto erano succedute le turbolenze che in tanti modi e si miserabilmente agitavano quel regno, con la qual occasione il duca Emanuel Filiberto aveva con termini d’ogni miglior corrispondenza ricuperato dal re Enrico terzo tutto quello che rimaneva alla corona di Francia in Piemonte. Venuto poi egli a morte, e fatte ogni di maggiori le discordie civili che laceravano la Francia, successe negli stati il figliuolo Carlo nato di madama Margherita sorella dí Enrico secondo re di Francia, che aveva presa per moglie l’infanta Caterina secondogenita di Filippo secondo re di Spagna: onde cosí per queste come per altre simili splendidissime parentele che si aggiungevano a tante sublimi prerogative proprie della sua casa, tutto pieno di sangue regio e di spiriti in se stesso non meno regi, non poteva soffrire di non vedersi del tutto anche in regia condizione e fortuna; e da questi sensi tanto piú in lui s’accendevano gli spiriti per far ch’egli non solamente vi aspirasse col desiderio, ma perché dovesse procurar con tutti i mezzi possibili ancora di venire all’esecuzione.