Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/189

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libro secondo - capitolo v 183


il primo giorno di maggio. Parve troppo breve il termine al duca, e perciò il patriarca si adoperò di maniera che ottenne dal re la dilazione di tutto maggio; nondimeno il duca non si acquietava, e diceva, che dovendo egli communicare un negozio si grave ai suoi vassalli, era necessario che gli fosse dato maggior spazio di tempo. Tornava spesso a quei beneplacito del papa, si andava torcendo in varie maniere, e trovando pur altre varie difficoltá, si vedeva in somma ch’egli veniva a quell’aggiustamento con due volontá contrarie o piú tosto con una sola a’ secreti suoi fini concorde, la quale era di non voler far in modo alcuno quel che faceva. Ma il re non era punto men sagace di lui, e scopriva e indovinava i suoi sensi. Onde un giorno ricercò il patriarca a dirgli se veramente egli credeva che il duca osservarebbe l’accordo. Al che il patriarca rispose che Dio solo scuopriva l’interno de’ cuori umani, e che specialmente in quelli de’ prencipi non si poteva penetrare; che nondimeno per tutte le convenienze stimava che il duca fosse per osservare quello che si accordasse. — Voi vederete — replicò il re — che sí come io previddi ch’egli non voleva il deposito in mano del papa, cosi troverá nuovi pretesti per non eseguire l’accordo che fra di noi sará stabilito, e che io sarò costretto, come anche dissi pur allora, di farmi la giustizia con la mia spada. — Procurò il patriarca di moderare sempre piú l’animo del re, e strinse di nuovo l’uno e l’altro con si affettuose preghiere in nome del papa, che cessata finalmente ogni difficoltá, si venne all’intiera conclusione dell’accordo. Fu dunque sul fine di febraro distesa una scrittura, la quale conteneva dieciotto articoli e i piú essenziali erano questi che seguono.

Primieramente si dichiarava che da una parte il re cristianissimo Enrico quarto e dall’altra il duca di Savoia Carlo Emanuele, mossi dalle paterne e sante esortazioni del pontefice Clemente ottavo, per mostrare la riverenza loro verso la sua persona e la santa sede, e insieme il desiderio che avevano della pace publica e di conservar tra di loro ogni piú stretta corrispondenza d’amicizia e di parentela, rinovando il primo