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210 delle memorie


che si finisse quella conferenza d’allora, se prima egli sopra la restituzione del marchesato non sapesse dal duca e dal conte quello che da loro in un modo o in un altro fosse precisamente concluso.

A sí costante dichiarazione il duca, il Fuentes e l’ambasciatore rimasero grandemente sospesi; e guardandosi l’un l’altro mostrarono con tacito senso di voler conferire separatamente fra loro intorno all’ultima precisa risoluzione, che in ciò dovevano pigliare. Il che dal legato assai chiaramente congetturandosi, egli col nunzio si levò dalla conferenza. Quivi poi furono grandi fra loro medesimi le difficoltá, percioché il duca voleva che il Fuentes, con ordine espresso del re di Spagna, lo facesse risolvere alla restituzione del marchesato, dicendo che sí come di concerto col re defonto si era introdotto, cosí nell’istesso modo con l’autoritá del re presente voleva uscirne. Ma il Fuentes ricusava d’impegnarsi tant’oltre col dire che non aveva dal re tal’ordine, e ch’egli non poteva arrogarsi un’azione di tal sorte. Al che il duca non si acquietava, e il Fuentes dall’altra parte non si rendeva. Nondimeno egli propose al fine che il Ledesma come ambasciatore facesse al duca in scritto una dichiarazione, con la quale approvasse quello che da lui si farebbe intorno alla restituzione del marchesato. Ma in ogni modo al duca non sodisfaceva il ripiego. Onde si giudicò bene communicare il tutto al legato, e sentir quello ne giudicasse. Parve al legato che veramente non avesse cagione il duca di voler astringere il Fuentes a passar tanto innanzi, ma che gli potesse bastare l’accennata dichiarazione dell’ambasciatore. E cosí formaronsi due scritture, l’una dell’ambasciatore e l’altra del duca. In quella si dichiarava che il re cattolico approvarebbe che il duca di Savoia restituisse al re di Francia il marchesato di Saluzzo, con presupposto che dal medesimo re all’incontro si dovesse restituire tutto quello che avesse occupato al duca, lasciando poi la cura al cardinale legato intorno alla forma con la quale reciprocamente l’una e l’altra restituzione dovesse farsi. Per l’altra dal duca si prometteva, che in riguardo del beneficio publico