Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/223

Da Wikisource.

libro secondo - capitolo vi 217


che cime del Montesenese. In tutto il passaggio fu giovevole grandemente, alla sua persona ed a quelle di tutti i suoi, l’industria e opera de’ maroni. Fra gli abitatori alpini della Savoia molti ve ne sono che piú duramente nati e nudriti per quelle balze non vivono d’altro esercizio che d’agevolare, dove piú fa di bisogno, e specialmente di verno, a’ passaggieri le strade. Sono alti per lo piú di statura vigorosi e agili sommamente di corpo, ma inculti e rozzi di vita in maniera che hanno quasi piú del selvaggio che dell’umano, e particolarmente sono si abituati nel trattar di continuo la neve e il ghiaccio che altretanto s’allegrano essi quanto s’attrista ogni altro di quelli orrori. Per commune vocabolo maroni sono chiamati, dividendosi in compagnie, ciascuna delle quali un numero competente di rozze e picciole sedie portatili ha sempre alla mano. Se la neve non è condensata in gelo con passo piú ritenuto e piú lento su l’accennate sedie portano i viandanti, ma se il freddo ha gelata ben tenacemente la neve, apparecchiano le sedie al suolo e non le portano allora ma le sospingono, e con tanta velocitá specialmente al discendere che appena l’occhio presta fede al rapido corso loro, e appena può seguitarlo. Quel che io narro qui in tal maniera fu provato da me similmente e da tutti i miei, cosí la prima volta che passando per la Savoia andai nunzio in Francia, come la seconda, che ripassandovi, tornai cardinale in Italia; e perciò qui volontieri ho rinovata la memoria e di quel tempo e di quel paese e di quei viaggi.

Ma incominciando io a parlare del legato, bisognava ch’egli nell’andare a Ciambery passasse per Momigliano. È distante questo luogo due brevi leghe da quello; e come io toccai di sopra, veniva assediato strettamente allora dal re di Francia. Ebbe occasione dunque il legato di passare per gli alloggiamenti militari del campo regio, e per tutto ricevè quelle dimostrazioni di rispetto e d’onore che da lui si potevano desiderare. Fuori di Ciambery, per un gran pezzo di strada, fu poi in nome del re incontrato e raccolto dal prencipe di Condé e dal duca di Mompensiero, ambedue prencepi del sangue reale, che uscirono accompagnati da molti principali signori