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d'enrico di borbone 269


questo mezzo di giustificar la sua uscita di Francia. A me diede particolarmente due lettere, ch’egli scriveva l’una al pontefice e l’altra al Cardinal Borghese di lui nipote. Contenevano in sostanza le lettere, ch’egli, mosso dal pericolo di perder l’onore e la vita, era stato costretto a fuggir di Francia, e che raccomandava le cose sue alla protezione del pontefice ed agli offizi del cardinale. Giudicavasi ch’egli veramente avesse avuta qualche giusta occasione di levarsi di Francia. Ma quello ch’egli publicava intorno alla violenza preparatagli contro dal re, ed all’aver avuta la vita in pericolo, non si credeva comunemente, perché era cosa nota ad ognuno che ’l re non aveva mai trattati i suoi amori se non per le vie ordinarie, e fra le sue virtú niuna era predicata piú che quella della clemenza. Io mandai le lettere, ma non tralasciai però di ricordar quello ch’io doveva a Condé per servizio publico e suo. Con l’arciduca parimente e coi ministri spagnuoli io aveva passati prima quegli offizi di concordia e di pace ch’erano stati da me giudicati piú a proposito in cosí fatta occorrenza, e che poi rinovai piú volte per ordini particolari che me ne diede il pontefice. Nell’arciduca io trovava molta disposizione a procurar l’accomodamento di Condé col re di Francia. E mostrava egli di sperarne l’effetto, giudicando fra l’altre ragioni che Condé, per la naturale facilitá de’ francesi e per la propria sua variabilitá giovanile, fosse per disporsi non meno facilmente a tornare in Francia di quello che si fosse mosso a partirne. Appariva ancora ne’ ministri spagnuoli molto desiderio di veder accomodato Condé. Ma si conosceva dall’altra parte che non sarebbe dispiaciuto né all’arciduca né a loro che la pratica avesse incontrate delle difficoltá; in maniera però che ’l re di Francia fosse venuto ad involgersi per questa via in qualche travaglio domestico, senza che le cose di fuori avessero a prorompere in guerra aperta. Quanto alla forma del suo accomodamento, si dichiarava Condé ch’egli non si sarebbe mai fidato di rimettersi liberamente in mano del re. Proponeva che per potere assicurarsi di star senza pericolo in Francia, il re gli consegnasse qualche piazza