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270 relazione della fuga in francia


particolare nella provincia di Ghienna, della quale egli era governatore, ma nella maggior distanza da Parigi, e piú verso le frontiere di Spagna che fosse possibile. Variava poi, e temeva ogni condizione che l’avesse ad obligare a fermarsi in Francia. Parlava ancora di ritirarsi in qualche cittá neutrale di Germania o d’Italia; mostrava di voler andare in Ispagna, e finalmente non si fermava in alcun ripiego, sí distratto e confuso in se stesso lo tenevano i dubbi che gli si rappresentavano in ogni partito. Ma erano molto diversi i pensieri del re di Francia. Avrebbe egli voluto che Condé si rimettesse liberamente in man sua, restando prima assicurato che da lui gli s’avesse a perdonare ogni offesa. A proporre questa forma d’aggiustamento, prese risoluzione il re d’inviare all’arciduca il marchese di Coure, soggetto de’ piú valorosi e piú stimati che fossero in Francia. Giunto il marchese a Brusselles, nella prima udienza ch’ebbe dall’arciduca gli esagerò i benefizi che ’l re aveva fatti a Condé, e si diffuse dopo in lunghi biasimi delle sue azioni ed in giustificar largamente quelle del re. Dichiarò poi all’arciduca: consistere la sola forma dell’accomodamento di Condé nel ritornar egli in Francia, ed in rimettersi in mano del re totalmente; il quale dall’altra parte non solo gli avrebbe con ogni sinceritá perdonato, ma con ogni termine piú benigno l’avrebbe nella sua grazia intieramente ancora restituito. Desiderar perciò il re che l’arciduca procurasse di tirar Condé in questi sensi. E quando egli ne fosse alieno, tener per fermo il re che l’arciduca l’avrebbe fatto uscire di Fiandra, poiché ve l’aveva lasciato ritornare col solo fine d’indurlo ad aggiustarsi col re per suo mezzo tanto piú facilmente.

Questo fu il primo offizio che passò il marchese di Coure con l’arciduca. Dal quale non riportò per allora altre risposte che generali, piene però d’efficaci offerte con le quali si esibiva l’arciduca di nuovo a far tutto quello ch’avesse potuto perché l’accomodamento di Condé potesse ridursi ad effetto. Ma piú chiaramente con altri diceva Coure che l’essere stato ricevuto in Fiandra il prencipe era seguito con espressa