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288 relazione della fuga in francia


unite, perciò si giudicava che l’esercito spagnuolo in campagna non avrebbe potuto passare dodici o quattordici mila fanti, e due mila e cinquecento cavalli.

Quello che s’intendeva intorno al numero della gente del re di Francia era ch’egli avrebbe trenta mila fanti, parte svizzeri e parte francesi, e cinque mila cavalli, computata la cornetta reale, ch’in Francia chiamano la cornetta bianca, la quale suol tirarsi dietro il fior della nobiltá del regno quando il re di persona si truova in campo. Acceleravansi ogni di piú dalla parte del re tutte le cose, e cominciavano ad inviarsi alle frontiere di Ciampagna e di Piccardia verso la Fiandra grandissime provisioni di vettovaglie, di munizione da guerra e d’artiglierie, e s’era disegnata per piazza d’arme all’esercito francese la terra di Scialon in Ciampagna. Questo era lo stato delle cose sul fin d’aprile dell’anno mille seicento dieci. Nel qual tempo il medesimo re, oltre all’apparecchio dell’armi proprie, aveva strette pratiche in piedi col re d’Inghilterra e con le Provincie unite per far muovere le loro parimente contro la Fiandra. Appresso le Provincie unite riteneva egli grandissima autoritá, e sosteneva nell’esercito loro quattro mila fanti e ducento cavalli francesi del suo proprio danaro; onde credeva di poterle tirar facilmente ne’ suoi disegni, e di potervi indurre anche il re d’Inghilterra con la speranza di qualche suo proprio acquisto. E non contento di questi maneggi contro la Fiandra, ne moveva degli altri in Italia col duca di Savoia, alienato allora grandemente dagli spagnuoli, e con la republica di Venezia per far qualche movimento ancora da quella banda contro lo stato di Milano. Se ben qui non si fermavano in Italia i suoi fini. Sperava egli che l’occasione stessa di tante armi contro il re di Spagna ad un tempo fosse per fare invito al pontefice medesimo d’applicar l’animo al regno di Napoli, e per incitar da tutte le parti finalmente tutti gli altri ch’avessero sospetta sí gran potenza a procurar per ogni via d’abbassarla. Né gli mancavano fin de’ pensieri di potere in tal congiuntura portar le sue armi vittoriose in Germania, e di trovar ivi ancora in tanta fama il suo nome ed in tal grado