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330 la nunziatura di parigi


da ogni ostilitá, in accettando Savoia il medesimo trattato. Egli pur anche mi scrive che si poteva sperar che ciò fosse per farsi, non ostante qualche gelosia che per avventura si potesse pigliar sopra cosí fatta instanza. Qui ancora si piglia qualche gelosia di don Pietro, non essendo piaciuto che egli abbia rinforzato il presidio di San Germano e dato segno di voler fortificar meglio Vercelli. Ma si può sperar che presto siano per cessare queste gelosie, e che pure al fine sia per seguire una buona e sicura pace. Infine io rinovai ieri efficacemente i miei offici col re, e gli ho rinovati oggi con questi ministri. In Sua Maestá ho trovata la risoluzione di prima, e nei ministri quella che piú potevo promettermi, per cooperare al medesimo fine.

Di Parigi, li 12 agosto 1617.

XXIV

Speranze della conclusione della pace in Italia.

Savoia anche piú ampiamente dei veneziani ha rimesse qua tutte le cose sue, qui insomma s’hanno buone nuove da tutte le parti, onde si spera infallibilmente la pace. Il medesimo che scrive a me il nunzio, lo scrive il segretario Arostigni al duca di Monteleone. Da don Pietro egli non ha avviso alcuno particolare dopo la presa di Vercelli; ma non mette però alcun dubio nella pace.

Parte di qua il signor marchese di Lanz, essendo stato regalato dal re d’una bellissima collana di diamanti, e d’una pistola che Sua Maestá gli ha donata con le sue proprie mani. Egli invia inanzi per le poste un suo gentiluomo, ed io mi son servito di questa occasione per scrivere a Vostra signoria illustrissima la congiunta lettera e cifra per la via di Turino, rimettendo il resto all’ordinario prossimo che dovrá partire fra quattro giorni.

Parigi, 12 agosto 1617.