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336 la nunziatura di parigi


che dopo il disarmamento di Savoia li spagnuoli non voltassero incontinente l’armi contro di loro. A questo modo restano aggiustate le cose dei veneziani, ai quali nondimeno per maggior sodisfazione promette in scrittura Sua Maestá cristianissima che fará osservare il lor trattato di pace col re di Boemia, assicurandogli parimente nella medesima scrittura degli offici che fará la Maestá sua col re cattolico per la restituzione delle galere vascelli e robbe prese, che siino in natura di restituirsi. Ora s’attende a formar nel debito modo tutte queste scritture, ed io per me spero che fra due o tre giorni seguirá la conclusione di quanto bisogna, e subito si spediranno corrieri a tutte le parti. Onde succederá facilmente ch’il ragguaglio che ora io do a Vostra signoria illustrissima per l’ordinario che parte oggi, le pervenga prima per via di straordinari; nondimeno, ad ogni buon fine, ho voluto usar ancora questa diligenza e le bacio umilissimamente le mani.

Di Parigi, li 30 agosto 1617.


Aggiunto di piú alli 5 di settembre 1617.

Finalmente poi è piaciuto a Dio che qui si concludano le due paci, non restando ora altro che l’esecuzione da farsi in Lombardia e nel Friuli. Le scritture però non sono ancora sottoscritte, ma ciò seguirá oggi o dimani senz’altro, ed io ne mando copia a Vostra signoria illustrissima nella forma che s’è aggiustata. Nel distenderle si sono incontrate maggiori difficoltá che non si pensava; ond’ha bisognato mutarle e rimutarle per dar sodisfazione a tutti. L’ordine è stato questo: il duca di Monteleone con la sua scrittura promette che in Spagna s’accettaranno e ratificaranno gli articoli di pace fra il re di Boemia e la republica di Venezia, e promette in nome del suo re la sospensione d’armi detta di sopra. All’incontro gli ambasciatori veneti con un’altra scrittura diretta a Sua Maestá cristianissima hanno accettati i medesimi articoli e con un’altra a parte sostituiscono l’ambasciatore Gritti a far