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lettere diplomatiche 351


proposito, mettendole innanzi il ben publico che è per risultarne, massime in questo tempo della prossima assemblea degli ugonotti. Sua Maestá m’ha ricercato poi con molta instanza di rendere affettuose grazie in nome suo alla Santitá di Nostro Signore per gli offici che ha ordinato a me ch’io passi intorno alle sue occorrenze, mostrando di restarne a Sua Santitá con particolarissimo obligo, e d’aver un vivo desiderio di poterne mostrare ancora alla Santitá sua una particolarissima gratitudine.

Di Tours, li 7 di settembre 1619.

XXXVI

Preoccupazioni francesi per le truppe spagnuole nel ducato di Milano.

Il signor di Pisius m’ha parlato ultimamente molto a lungo intorno a quelle forze che gli spagnuoli tengono da un tempo in qua nello stato di Milano con disegno, per quel ch’hanno mostrato, di soccorrere il re Ferdinando. Ora egli dice che essendo seguita l’elezione all’imperio in persona di Sua Maestá, par che abbia a cessar il bisogno di mandarle quel soccorso, potendosi credere che le cose di Boemia siano per accomodarsi, poiché quelle turbolenze erano state suscitate particolarmente per far ostacolo all’elezione di Ferdinando. Ma ora che è stato eletto imperatore, cessano i rispetti principali dei rumori di Boemia, e perciò converrebbe che li spagnuoli levassero dallo stato di Milano quelle forze che hanno mostrato di tenervi per tal cagione, per levar via insieme tutte le gelosie che potessero far nascere. M’ha ricercato dunque esso Pisius, in nome del re, ch’io scriva a Vostra signoria illustrissima tutto questo perché ella si compiaccia di rappresentar le medesime cose alla Santitá di Nostro Signore ed operar che Sua Santitá voglia dalla sua parte interporre i suoi offici in Ispagna, affinché s’abbiano da levar dallo stato di Milano le