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352 la nunziatura di parigi


dette forze; ed in Germania, acciò che l’imperatore abbia da applicar l’animo ad accomodar le cose sue di Boemia piú tosto per via suave e di trattazione che per via della forza; e qui vien giudicato che questa sarebbe la strada piú sicura, poiché quando l’imperatore voglia servirsi del pretesto delle cose di Boemia per mantenere in Alemagna quelle forze d’armi forastiere di Spagna, con disegno d’avanzar troppo i suoi interessi, darebbe senz’altro materia d’una gran commozione, e per conseguenza d’un gran male a tutta la cristianitá; e perché senza dubio si verriano ad unir insieme, non solo in Germania ma in altre parti, quelli che stimassero necessario di dover gettarsi in un tal interesse, concludendo infine il medesimo Pisius che non potrebbe far di meno di non interessarsi anche in un tale movimento questa corona. Egli m’ha detto ancora che si scriverá di qua a Roma all’ambasciatore, affinché tratti di questa materia con Sua Santitá. Io gli ho risposto che dal canto mio non mancherò di dar conto a Vostra signoria illustrissima di tutto questo, e che m’assicuravo che la Santitá sua non lascerebbe di fare i suoi soliti offici per la quiete e ben publico. M’ha ricercato di piú l’istesso Pisius ch’io voglia scriverne parimente in Ispagna a monsignor nunzio, siccome farò. Di qua ne scriveranno anch’essi a quella corte, e se n’è scritto di giá all’ambasciatore di Sua Maestá cattolica che è in Parigi.

Di Parigi, li 11 di settembre 1619.

XXXVII

Di incidenti avvenuti a Roma
fra cittadini e dipendenti dell’ambasciatore di Francia.

Son comparse poi qua ultimamente le lettere che si stavano aspettando dal marchese di Couré intorno a quei disordini dei quali Vostra signoria illustrissima stimò bene di darmi