Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/359

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lettere diplomatiche 353


parte per corriere espresso, e quanto al caso del Panfilio egli lo rappresenta in questa forma: che andando alcuni della sua famiglia a spasso di notte ed incontrando il Panfilio, uno di quelli gli si avvicinasse e ponesse avanti gli occhi una lanterna, per il che venissero tra lor due a parole e dopo alle mani. Il che vedendo gli altri francesi corressero anch’essi alla rissa dove restasse ferito il Panfilio, e che poco dopo si facesse tra loro la pace col mezzo del signor Mario Frangipani e del signor Bernardino Nari. Ma che, nonostante la pace, sei o sette giorni appresso fosse preso dalla corte quel tal Villa1 parigino, principale autore della rissa, che fu poi rilasciato, come Vostra signoria illustrissima m’avvisò.

Intorno all’altro caso degli sbirri, quel che l’istesso marchese rappresenta è, che mentre alcuni dei suoi stavano di notte a pigliar il fresco inanzi la sua porta, occorse che passaron di lá quattro sbirri con due prigioni, e che uno di essi sbirri trovando uno di quei del marchese che stava facendo qualche sua necessitá, gli disse con insolenza: — Che fai tu qui? — e che il francese risentitosi di sí fatto modo di parlare, gli desse uno schiaffo, e che lo sbirro all’incontro gli s’avventasse adosso, il che vedendo gli altri francesi andassero per aiutar il lor francese, sí come fecero gli altri sbirri per dar aiuto al lor compagno, e che cosí s’attaccasse la mischia, nella quale gli sbirri sentendosi battere si mettessero in fuga; onde i due prigioni vedendosi liberi, anch’essi subito si mettessero a fuggire da se medesimi per salvarsi. Sopra il primo caso il marchese esagera grandemente la cattura di quel Villa, per esser egli stato preso senza che ne sia stato avvertito prima, supponendo che sia usanza in cotesta corte che quando si tratta di far pigliare qualche famigliare d’ambasciatori si faccia loro prima sapere; e di questo dá conto come di cosa nella quale sia stato molto pregiudicato alla

  1. Leggi invece Reville, come corregge nelle sue lettere il Borghese (n. del De Steffani).