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lettere diplomatiche 357


battuta la corte, ma ch’ella aveva giudicato di non poter farlo in maniera alcuna, e quanto all’essersi Vostra signoria illustrissima risentita quando Bonsi venne a trattargli di questo, ho detto qui ch’ella con gran ragione aveva mostrato qualche commozione d’animo, vedendo che dalla famiglia del marchese di Couré si tratti con sí poco rispetto verso di lei e di Sua Santitá medesima, commettendo del continuo disordini sopra disordini contro la giustizia, nell’amministrazione della quale Sua Santitá preme tanto, ma che non poteva giá essere ch’ella fosse uscita a parole che in qualsiasi modo potessero offendere l’onore e la dignitá di questa corona. E queste sono state le mie risposte, delle quali però ha mostrato di non appagarsi molto Pisius.

Di Tours, li ii di settembre 1619.

XXXVIII

Ancora degli incidenti predetti, e d’un altro nuovo.

Dopo aver scritto ieri a Vostra signoria illustrissima un’altra lunga lettera intorno alle occorrenze del marchese di Couré, è arrivato qua un suo segretario spedito da lui a rappresentar qua piú pienamente a bocca quel che da lui medesimo era stato prima rappresentato per lettere, ed anche perché dia conto qua dell’accidente seguito costí ultimamente in persona del mastro di casa dell’istesso marchese.

La relazione che ha fatta qui il segretario sopra il nuovo accidente, è che essendo andato il detto mastro di casa in pescaria a spendere senza aver dato occasione alcuna imaginabile d’esser fatto prigione, in un subito si vidde circondato da sbirri che lo presero alla vista d’ogni uomo e lo messero in una carrozza serrata, e lo menorono alle carceri. Fatto questo, si venne ad esaminarlo, e non trovandosi contro di