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lettere diplomatiche 367


fuori di questo regno. Pisius è ancor uomo che si presume assai di se stesso, ed è alquanto vano. Nel resto, quanto a quel che è passato intorno alle occorrenze del marchese di Couré, ha bisognato ch’egli faccia altro personaggio da quel ch’era in effetto, per esser egli, suo padre, ed il commendatore di Sillery suo zio stati sempre stimati diffidenti di Couré. Ma non è stato ch’esso Pisius non abbia piú d’ogni altro ancora detto che Couré non era punto buono per cotesto carico. Ch’è quanto ho da significare a Vostra signoria illustrissima sopra questo particolare.

Di Parigi, li 11 marzo 1620.

XLV

Della politica da seguirsi verso i Grigioni.

Come ho di giá significato a Vostra signoria illustrissima, è tornato qua il signor Guffier, ambasciatore di Sua Maestá a’ grisoni. Egli è venuto a trovarmi due volte ed abbiamo trattato insieme intorno alle occorrenze di quelle parti. L’espediente di serrar loro il passo verso il Tirolo e di levar loro le vittovaglie ed il sale, che ricevono da quella banda, viene stimato qui molto buona. Onde io scrivo a monsignor vescovo d’Adria, che sará bene ch’egli s’intenda con l’ambasciatore Casale, che Sua Maestá cattolica tiene alli svizzeri, intorno a questo particolare. Nel resto, qui stan fermi nella risoluzione che han sempre mostrata di voler aiutare con tutti i modi possibili le cose della religione e dei cattolici in quei paesi; e la venuta qua d’esso signor Guffier non potrá esser stata se non di molto giovamento. Io poi in questa materia non ho mancato di passare offici, che ho stimati necessari, con questi ministri in conformitá di quel che Vostra signoria illustrissima mi ha ordinato con la sua delli 21 del precedente, e di quel