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382 lettere familiari


IV

Al signor Cardinal di Savoia, a Turino.

Arrivò ultimamente a Roma il signor commendatore di Sillery per esercitar il suo carico d’ambasciatore ordinario del re cristianissimo in questa corte, e si compiacque di darmi parte subito di quel che Vostra eccellenza aveva tratto in Turino sopra il particolare della mia comprotezione, e poco dopo ancora mi significò che il tutto era stato pienamente approvato da Sua Maestá. Quanto io abbia goduto di questo successo non ho parole che abastanza possano esprimerlo, poiché io non ho desiderato mai cosa piú in questo negozio che di vederlo aggiustato con intiera sodisfazione di Sua Maestá e di Vostra signoria illustrissima e di veder me stesso onorato di un carico, nel quale servendo un re cosí grande, potessi nel medesimo tempo servire un cardinale di sí grand’eminenza com’è Vostra signoria illustrissima, e con la subordinazione del mio carico al suo, mostrar insieme subordinata in tutto il resto a’ suoi commandamenti la mia volontá. Di questi miei sensi potrá far piena fede a Vostra signoria illustrissima il medesimo signor ambasciatore, il quale ha potuto qui molto chiaramente scoprirgli, ed io vengo ora a supplicar lei medesima, che ne voglia far piena pruova, con esercitare la sua autoritá sopra di me a misura della mia devozione infinita verso di lei, ed a misura di quell’ossequio devoto che verso la sua serenissima casa ha professata sempre la mia. E perché dell’offizio ch’io mi veggo obligato a passar con Vostra signoria illustrissima in quest’occasione sarebbe troppo deboioria illustrissima in quest’occasione sarebbe troppo debol segno una semplice lettera, ho voluto perciò inviare questo mio gentiluomo espresso che le renderá la presente mia, ad eseguirlo in forma piú degna con lei in mio nome. Io la supplico a raccoglierlo ed ascoltarlo benignamente, ed a prestargli