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392 lettere familiari


XII

Al granduca di Toscana, a Fiorenza.

Vostra Altezza che sa l’infinito mio desiderio, ed obligo di servire alla sua serenissima casa e persona, potrá considerare facilmente da se medesima quant’io goda che il signor Cardinal de Medici ora sia per venire a Roma. Ho voluto nondimeno significare io medesimo a Vostra Altezza questo mio senso, e renderla certa che niuno qui piú di me servirá con maggior devozione il signor cardinale, né piú ambirá di ricevere ed eseguire in qualsivoglia maniera l’onore de’ suoi commandamenti. Appresso a quest’offizio prendo ardire di passarne un altro con Vostra Altezza stimulato pure dalla mia singolare devozione verso di lei e del signor cardinale, ed è l’offerire con sincerissimo affetto questa mia abitazione per servizio di Sua Eminenza quando fosse per averne maggior gusto e commoditá che nell’altre ch’ha qui in Roma cotesta serenissima casa. Assicuro Vostra Altezza che per me questa sarebbe una delle maggiori grazie ed onori che potessi ricevere. E per fine le bacio affettuosissimamente le mani.

Di Roma, li 21 d’ottobre 1635.

XIII

Al signor doge di Venezia.

Con eccesso di tanta benignitá si compiacque la serenissima republica di condurre al suo servizio il marchese Cornelio mio nipote questi anni addietro, che non mi è giunto nuovo ora l’eccesso pure di tanto onore, che Vostra Serenitá s’è degnata di fare a lui ed alla mia casa nell’averlo poi ricondotto. Come la prima volta io resi quelle affettuose grazie che