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66 delle memorie


Dopo questi due cardinali spagnuoli, seguivano due altri auditori di rota italiani di molta fama, che il papa aveva voluto promovere insieme con Bianchetti a quella dignitá in segno del suo affetto verso quel tribunale, ond’egli era uscito con l’onore della porpora, e prima di lui il prenominato cardinale suo fratello. L’uno chiamavasi Francesco Mantica nato onorevolmente in Udine, cittá principale del Friuli, e l’altro Pompeo Arigone che descendeva pure da onorato sangue, transferitosi alcun tempo inanzi dalla cittá di Milano in questa di Roma. Per libri stampati in materie legali delle piú importanti che si potessero o leggere per le scuole o praticare ne’ giudici trovavasi Mantica in somma riputazione. Aveva egli giá nella medesima scienza esercitate con somma lode le prime catedre in Padova. Quindi eletto auditore di rota e venuto a Roma, era poi nell’impiego rotale cresciuta sempre piú l’opinione della sua dottrina, e perciò il papa oltre all’aver voluto favorire quel tribunale aveva stimato ancora degne di quell’onore e in se medesimo le sue proprie fatiche.

Dall’altra parte Arigone per lungo tempo aveva esercitata in Roma l’avvocazione ordinaria e poi la concistoriale, e l’una e l’altra con tanta stima che la sua elezione all’auditorato non poteva riportarne piú corrispondente l’applauso. Fatto poi cardinale, tutta la corte era concorsa in un medesimo senso d’approvazione; e benché egli da una parte non uguagliasse Mantica nello strepito ulteriore delle stampe, non gli cedeva però dall’altra nella qualitá piú essenziale della dottrina, ma egli poi superava di tanto l’altro nell’abilitá de’ maneggi, che in questa parte non si poteva formare alcun giusto paragone fra loro. Mantica tutto fatto per vivere fra i libri e fra le scritture, ed Arigone abilissimo per natura e per pratica a stare fra gli uomini e fra i negozi. Quegli parco o piú tosto rozzo nelle parole, ma molto grato eziandio ne’ gesti e nella presenza; lá dove questo era dotato di nobile aspetto, di gran giudizio e di gran prudenza, e di tutte le altre qualitá insieme che fuori de’ tribunali possono farsi piú