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84 delle memorie


Poco dopo l’arrivo mio a Roma venne a morte il Cardinal Caetano e con quella occasione tornò subito alla corte monsignor patriarca suo fratello, ch’era nunzio in Spagna. Aveva egli con somma riputazione spesi in quella nunziatura alcuni anni, e con uguale opinione di valore alcuni altri prima nell’istesso carico appresso l’imperatore di Germania. Era gran prelato per doni particolari, che in lui concorrevano di nobiltá e d’aspetto e di lettere e d’esperienza e d’ogni altra qualitá che potesse rendere un prelato piú riguardevole, ed al cui merito fosse dovuta piú giustamente la porpora; e stimavasi per commun giudizio che se poco dopo egli non fosse morto, il papa ne l’avrebbe onorato.

Come nella dignitá cosí anco nel merito rendevasi grandemente conspicuo monsignor Calatagirona siciliano che il papa aveva creato nuovamente patriarca di Constantinopoli in ricognizione delle nobili e fruttuose fatiche da lui fatte nel maneggio e nell’intiero successo della pace conclusa fra le due corone dal cardinale di Fiorenza in Vervino. Nel tempo di quel trattato era egli generale de’ francescani osservanti, e aveva similmente sostenuto quell’officio con gran prudenza e riputazione. E veramente si era egli fatto conoscere non meno capace d’ogni maggior impiego ne’ maneggi del secolo, di quello che si fosse mostrato abile prima ne’ piú importanti e piú inviluppati del claustro.

Aveva impiego particolare nella corte allora monsignor di Torres arcivescovo di Monreale, prelato di gran lettere e che oltre alle sue proprie qualitá rappresentava quelle dell’arcivescovo di Monreale suo zio, il quale giá nell’aver trattata e conclusa in nome di Pio quinto alla corte di Spagna la lega memorabile contra il turco, aveva acquistato cosí gran merito che senza dubbio, s’egli fosse vissuto un poco piú lungamente, ne avrebbe riportato ancora il dovuto premio nel modo che poi questo nipote lo riportò da Paolo quinto con la dignitá del cardinalato.

Monsignor Ferrerio arcivescovo di Urbino era gentiluomo savonese, e dimorava ordinariamente in Roma per cagione