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30 | scritti critici e letterari |
primo in Italia cose che non tutti sanno dire o che tutti qui s’ostinano a non voler dire. Da bravo! Stia fermo, e non si lasci atterrire da chi senza entrare in ragionamenti le abbaia dietro de’ mali motteggi e delle insipide satire. Siamo cristiani e sacerdoti entrambi; perdoniamo adunque di buona volontá agli insolenti. Dio n’abbia anch’egli misericordia! Sono montato in furia contro le Poetiche, perché la sento cosí e perché questo mio maledetto naturale è tutto stizza e non lo so mai frenare. Ma i filosofi estetici io non li confondo cogli scrittori di Poetiche. No, no, quelli li rispetto, e glielo giuro sull’onor mio. E le giuro che qualche volta leggo con vera aviditá le cose del Burke e del Lessing, come se fossero squarci della Cittá di Dio del mio sant’Agostino. Ma Ella compatisca se in questo punto delle Poetiche io sono di parere contrario a quello manifestato da lei: compatisca e mi voglia bene. —
Interrogazione seconda. «Il Cacciatore feroce e l’Eleonora piaceranno in Italia?».
Questo è quesito di non cosí facile scioglimento come il primo. Madama de Staël, nell’ingegnosa ed arguta sua opera sull’Alemagna, ha analizzati entrambi questi romanzi. E come è solito dei fervidi ed alti intelletti, che hanno sortita fantasia vasta, l’aggiungere senza avvedersene qualche cosa sempre del loro alle opere altrui delle quali s’innamorano, ella vi trovò bellezze forse piú che non hanno e gli ammirò forse troppo. Nondimeno ella è di parere che difficile e quasi impossibile sarebbe il far gustare que’ romanzi in Francia; e che ciò provenga dalla difficoltá del tradurli in versi, e da questo: che in Francia «rien de bizarre n’est naturel». In quanto alla bizzarria ed alla difficoltá di tradurre in versi, sta a’ francesi ed a madama de Staël il decidere. In quanto al poterne tentare una versione in prosa francese, io credo di non errare pensando che, se madama de Staël avesse voluto piegarsi ella stessa all’ufficio di traduttore, i francesi avrebbero accolta come eccellente la traduzione di lei. E se mai il giudizio, che ella portò sulla incompatibilitá del gusto francese colla bizzarria de’ pensieri, fosse meno esatto, la tanta poesia che vive in tutte le