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58 scritti critici e letterari

inseriti nelle opere loro dagli editori oltramontani; e la trufferia è manifesta. È egli credibile che gente italiana per la vita cadesse in tanta empietá? Chiunque ama davvero la patria sua non cerca di migliorarne la condizione. Chi tasta nel polso al fratello suo la febbre mortale, se ama lui davvero, gliela tace; non gli consiglia farmaco mai né letto, e lo lascia andar diritto al Creatore.

E tu, allorché uscirai di collegio, preparati a dichiararti nemico d’ogni novitá; o il mio viso non lo vedrai sereno unquanco. «Unquanco» dico; e questo solo avverbio ti faccia fede che il vocabolario della Crusca io lo rispetto; comeché io, conciossiaché di piccola levatura uomo io mi sia, a otta a otta mal mio grado pe’ triboli fuorviato avere, e per tal convenente io lui, avegna Dio che niente ne fosse, in non calere mettere parere disconsentire non ardisca.

Per l’onor tuo intanto e pel mio e per quello della patria nostra, ti scongiuro ad usar bene del tempo. Però bell’e finito mandami presto quell’idillio in cui introduci Menalca e Melibeo a cantare tuttaquanta, alla distesa, la genealogia di Agamennone miceneo. La via della gloria ti sta aperta. Addio.


Il tuo Grisostomo.


    corruzione ritengono parte», ecc. — Machiavello, Discorsi sopra Tito Livio, libro I, capo 55, e passim, passim, passim su questo gusto.

    Nell’ozio e ne’ piacer noiosa immersa [l’Italia].


    Alfieri, sonetto 143.


    Dunque l’Italia è bagascia, vecchia, bevona, oziosa, senza occhi, senza bontá, corrotta e fetente. Se tutte queste contumelie fossero farina proprio del sacco degli autori a cui sono attribuite, e non tradimenti stranieri, bella e bizzarra materia di discorso avrebbe chi pigliasse a dimostrare che le vere glorie d’Italia derivano da chi la sgrida, e ch’ella tanto piú onora i suoi quanto piú liberamente le rinfacciano le vergogne di lei (Nota di Giacomo fratello di Grisostomo).