Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/150

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138 esempi e detti morali

nuto piú da una parte che da un’altra, ma non né parlò mai, né mai dè vigore a niuno, ma solo in sé aveva desiderio piú dell’una parte che dell’altra, e di questo mai non si confessò. Avenne che costui morí, e colui che l’aveva confessato ebbe una cotale visione: come essendo lui in estasi, e’ parvegli vedere l’anima di costui dinanzi alla sedia di Dio, e dinanzi era l’angiolo buono e l’angiolo cattivo, i quali avevano seguitato costui tutto il tempo della vita sua. E apresentato costui a Dio, Idio disse: “Cuius est imago haec? Di cui è questa imagine?” Rispose il diavolo: “Caesaris,” cioè dire, ella è mia. Disse Idio: “E perché è tua?” Rispose il demonio: “Perch’ella ha avuto nel cuore la parzialità che è contra la carità.” Allora disse Idio a’ ministri per sentenzia: “Reddite ergo quae sunt Caesaris Caesari:” e subito il diavolo prese quella anima e portolla a casa calda.


V.


Ancora cosí fanno similmente questi indiavolati guelfi e ghibellini e partigiani; ché per insino a méttare mano a’ Santi che sono in paradiso, dicono, che vi so’ de’ guelfi e de’ ghibellini. Chi dice che santo Giovanni è guelfo, e chi dice che è ghibellino. E cosí, dicono anco degli angioli, che so’ partigiani. Uh, uh, uh! Di santo Lodovico non ti dico nulla, che perché egli fu de la casa di Francia, dicono che egli è guelfo. E io ti dico che tanto è guelfo o ghibellino lui o niuno altro,