Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/152

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140 esempi e detti morali

piti male, credendoti avere il paradiso, e forse avrai l’inferno. Oh, oh, oh, quando io ci penso, quanta fatiga ci veggo in ragunare e guadagnare questa robba! Io ci veggo molta fatiga e molto sudore: io ci veggo vigilie, io ci veggo angoscie. Io ci veggo di molti pensieri e di molti affanni: io ci cognosco molte volte colui che raguna avere fame, patire sete, sofferire freddo e caldo smisurato. Tu vai quando qua e quando là: tu vai quando per mare, e quando per terra: tu per tempi piovatichi, tu a nievi. tu a venti, tu nella propria tua casa mai non ti ristai; tu a le pocissioni, tu a le vigne, tu in ogni luogo e in ciò che tu t’impacci, affanno grandissimo. Eimè, che dolore è egli al fine di riposo sempre affanno! Mai non ti vedi sazio: ora aconcia questo in questo modo e questo in quest’altro, e mai non hai requie; e questo perché l’animo è insaziabile, che mai non si contenta, mai non direbbe: “non piú:” sempre apitisce piú, sempre piú. Or raguna insieme queste tre cose: prima, se tu l’aquisti con molto sudore e afanno e dolore. Se poi tu perdi quello che tu hai acquistato, affanno e fatiga e dolore. Se poi in fine il lassi, grandissimo affanno e dolore e pena; sí che se tu l’aquisti, se tu la possedi e se tu la lassi, in ogni modo affanno e dolore. E colui perché non gli fussero tolti, che n’aveva assai, e era vechio, faceva de’ suoi denari come fa la gatta de’ suoi gattuccini: pòlli oggi qua, domane colà. Cosí faceva lui quando li poneva sotto il letto; quando gli sotterrava nella stalla, quando gli metteva fra il panico, quando fra ’l grano, quando fra le fa-