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predica settima | 183 |
che s’appone al di dietro, al di dietro, e si pone et pògne? Come ha pónto, così fa ingrossare. Così fa propriamente il detrattore che pógne et agrava col detrarre, e sai dove s’appone? Aponsi dietro, e non dinanzi. Simile ti domando ancora: hai tu veduti de’ cani coll’orechie longhe? Sempre la mosca se li pone in su quelle orechie, ’l cane scuote et ella si leva e poi si vi ripone, et elli scuote, e ella vi si ripone; e tanto si pone in sull’orechie a mòrdare, che ne fa uscire el sangue. Così fa propriamente el detrattore; tanto si pone in sull’orechie a mòrdare, che ne fa uscire el sangue, e quello suchia. De’ quali nello Eclesdistico a xj.: Ab una scintilla augetur ignis, et a doloso augetur sanguis1. E però a tutti voi vi dico: non allargate le vostre mani a opera di sangue; non allargate, ma più tosto perdonate, perdonate. O, a chi dico io, perdonate? Io dico a te. A chi? A te. A chi dico io? A colui e a colui e a colui. A chi? A quello e quell’altro, e non voliate suchiare il sangue l’uno dell’altro. Non fate contra il comandamento, cioè ognuno ami el prossimo. E chi è il prossimo? Tutti siamo prossimi l’uno dell’altro. E questo basti per lo sicondo modo.
El terzo modo è chiamato inventivo; e sai quali so’ costoro? Costoro so’ contrari a quelli di prima, cioè di coloro i quali fanno alcuno bene, che l’occultano perchè non si sappi; nè anco loro no’ ne vogliono fare niuno; e come coloro mai non ne fanno, e costoro mai non ne dicono. Sai di quello che si porrà a uno uscio, e farà una voce contraffatta, dicendo: — tale, sècci, sècci? — E per questi tali atti e modi porranno una