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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/124

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lo che tu debbi? Non vedi tu anco il porco, che sempre grida e sempre gracida, e sempre t’ imbroda la casa; e- tu il sofferi, tanto che elli venga il tempo che tu lam- mazzi? Solo hai questa pazienzia per avere il frutto della carne per mangiarla. Considera, gattivello, considera il nobile frutto della donna, e abi pazienza: non per ogni cosa se conviene buttarla, no. Doli! basti alla prima pre- ziosità. Siconda, dissi che era difensione nella fragilità. Egli so’ molti in questo mondo che si so’ posti in cuore di stare con castità, mentre che vivano, bene che abino mo- glie; e dico che. fanno molto bene. E se pure questi tali non potessero istare, se cascano colla moglie loro, non lo’ è imputato da Dio in mortale peccato. Melius est mbere, quam uri b Chi può stare in questo stato di asti- nenza, stievi, ma miri che mai egli non caschi in pec- cato mortale. Se pure egli cognoscesse che egli non si potesse astenere, dico che è meglio che egli pigli donna, che stare in quello pericolo; chè solo una volta cascan- do, era meno peccato che sempre tu fussi istato colla donna tua in santo matrimonio. Passiamo al terzo. Terzo è sovenimento nella necessità. La donna dove vede il bisogno, sempre vi sta attenta. Se ella è gravida, ella dura fadiga ne la sua gravidezza; ella ha fadiga in partorire e’iigliuoli; ella s’ affadiga in governarli, in al- levarli, e anco ha fadiga di governare il marito, quando egli è in nissuno bisogno e infermità: ella dura fadiga in governare tutta la casa. E però, come tu vedi che in ogni modo ella dura fadiga, così tu, marito, quando la tua donna ha ninno caso, fa’ che tu l’aiti a portare la fadiga sua. Se ella è gravida o in parto, aitala in quello^

  • Sari Paolo, Epistola prima ad GorintMos, cap. vij, vers. 9.