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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/132

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Dio di tutto il male oh’ io poterei avere stroppiato, s’io non r avesse stroppiato colle mie parole. E simile, di tutto il bene ch’io potarci aver fatto fare, non avendolo insegnato colle mie parole, come io debbo insegnare; come noi aviamo apertamente nel Decreto in capo: Si culpa ec., ac de danno dato in sententia. E a questo mede- simo anco vi si accorda Scoto. Dicono che chi piglia a fare una cosa, è obbligato a saperla fare. Adunque, io so’ tenuto come dice Scoto, a ovviare, s’io posso, il pec- cato vostro col mio parlare; e se io noi fo a mio giusto potere, guai a me! Come tu hai. Favolo, al nono capito- lo h Vae mihi^ si non evangelizavero: — Guai a me se non evangelizarò e predicarò, e non v’ arnmunirò del peccato vostro, però ch’io n’ arò a rèndale ragione a Dio. — Fue, vae a me, s’ io taccio. Inde hai quel detto di Bernardo: Non licei tacere cui vitia incumbit deripere et erigere. Doli, ode bella sentenzia, che Idio ti benedica! — Non è lecito di tacere a colui che ha tolto l’uffìzio a fare, vedendo e cognocendo quello che bisogna che sia fatto. — E perchè questo toca a me e agli altri predicatori, e simile anco toca a coloro ^ che hanno cura d’ anime, di sapere ri- prèndare, e poi di riprèndare coloro che n’ hanno biso- gno. Ma io vego e cognosco ch’ io ho perduto il trotto per r ambiadura ^ istamane, chè io volevo che ci fusseno . quanti preti sono in questa terra, e io non ce ne vego. E dicovi che m’è discaro una gonnella e quanto era 1 11 Cocl. Pai.- Come tu hai al nono capitolo, Paulo. E intendi al nono cap., v. 16, dell’Epistola prima ai Corinti. • Negli altri Codd.: e simile anco a me tocha et a coloro ec. 3 0 ambio. E qui il Santo vuol dire, che avendo esortato a venire ad ascoltarlo quante piu donne era possibile, ha perduto quel che meglio desi- derava, cioè la presenza dei preti. < Così in tutti i Codici.