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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/302

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tempo d’ uffìzio in uffìzio, e così si consuma l’una parte e r altra; chè ogni uffìziale tranquilla in questo modo. Esce d’uffìzio Timo, entra l’altro; riceve il suo dritto; e così anco esce lui d’ uffìzio, e colui non è mai pagato. E in questo modo manca la giustizia. Questi tali uffìziali si so’ posti loro a quello uffìzio: nonposuerunt, non so’stati posti da altri, chè eglino noi meritano. E tre, E1 quarto veleno si è superbia. Però dice: Noli extolli: — Non t’ alzare. — Hai uffìzio? — Sì. — Oh non alza- re tanto il capo, che tu el percuota! Se tu consideri colui che ha uffìzio, elli ha un grande peso adosso. Non si vede questo per esemplo, che chi ha gran peso die andare chinato? Non ci è egli de’ portatori? 0 por- tatori, quando voi avete la soma del grano addosso, voi sapete pure che voi andate così un poco chinati, e quan- to è magiore il peso, più andate chinati. Non sapete voi come voi andate chinati colà per Santangiolo, quando si rimutano le genti delle case? * Quando tu arai adosso uno goffano lòngo e grave. Che voglio io dire? Io dico che ehi è rettore, elli ha uno grandissimo peso. Uno detto di Gregorio dice: Timor mentis obstaculum veritatis. Vuol dire che uno uffìziale quando è superbo, è uno ostacolo alla verità. Adunque, noli extolli: — Non ti levare in superbia. — E in altro luogo dice: Intrate per angnstam portami — Entrate perla porta picola e stretta, — Specialmente chi ha tanto peso, quanto è colui che tiene uno uffìzio in mano de importanza, mai non vi intra- rai col capo alto, a volervi intrare con tanto peso quanto 1 Accenna alla consuetudine, oggi caduta d’ uso, di mutar casa per san Michele Arcangiolo, cioè a’29 di settembre, che era pure il giorno de-* - stinato all’apertura della Università degli studi.