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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/129

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1 me percosse de’ fragelli di Dio saranno quelle che han- j no ^ seguiti questi incanti, e poi tocarà a quelle persone i che no ne fanno giustizia. Non hai tu posto mente co- I me Idio nel Testamento Vechio 1’aveva tanto per male? Solo perchè elli è tanto dispiacevole a Dio, e dimostrollo chiaramente. Sappi che colei o colui che diceche lesa disfare, tiene che egli le sa anco fare Quando tali persone dicono di volerlo guarire, sapete che fate? Non vi so’ meglio dire: al fuoco, al fuoco! ^ Oirnmèl 0 non sapete voi quello che si fece a Roma mentre che io vi predicai? 0 non potrei io fare che così si facesse anco qui? Doli, facciamo uno poco d’oncenso a Dome- nedio qui a Siena! Io vi voglio dire quello che a Roma si fece. Avendo io predicato di questi incantamenti e di stre- ghe e di rrialie^ el mio dire era a loro come se io sognasse. Infine elli mi venne detto che qualunque persona sapesse ninno o ninna che sapesse fare tal cosa, che, non acusan- I dola, elli sarebbe nel medesimo peccato. Elli ce n’ è uno verissimo testo che dice: Non cadit scrupulum facinoris^ OGuUa qui manifeste non desinit obviare (a xxvj quistione, V: comincia il cap. Episcopi), E come io ebbi predicato, fu- rono acusate una moltitudine di streghe e di incantatori. E per la tanta quantità de li acusati, elli venne a me el guardiano, e dìssemi: — Voi non sapete? Elli va a fuoco ciòcheciè!—Iodomando:—Come?checiè?cheè? — Elli sono stati acusati una grande quantità d’uomini e di 1 I! Cod. Pai., àranno. 2 Le sorti, cioè, l’incantesimo, o come il Santo ha detto, r incanta. ^ Quel che segue, fino al termine del racconto di questi incantamenti e di streghe e di malie,, fa parte del cit. opuscolo Le streghe in Roma^ dapag.Bapag.10cheèVultima. 1 U Cod, Pal.^ quando io.