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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/166

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XXXVI. Qui tratta de’ jìagelli di Dio e de le locuste. Timete Deum^ tmete Deum ( Iterim.^ ubi supra ). Dilet- tissimi^ le parole prealegate so’ pure di quello An- giolo, el quale non si rista di gridare volando per lo cielo, dicendo sopra a questa città: — Temete Idio, temete Idio. — Ben che già tre dì s’è detto sopra al propio tema, e perchè non si è anco detto tanto che basti, oggi passare più oltre. Noi vedémo vénardì de le locuste che Idio manda nel mondo per li suoi giudici, dove ti mostrai sette loro condizioni, come elle sò’ fatte. Nell’ altra predica ti dissi che queste locuste saranno i soldati, i quali gastigano per permissione di Dio tutti i popoli che vogliono vivare male. Ieri vi dissi per che cagione Idio manda questi fragelli a’ popoli, e mostrati che principalmente elli li manda per tre gravissimi pe- cati: per superbia, per lussuria e per V avarizia,• e di ciascuno di questi vedesti uscire quatro gravissimi pecati. Noi vedemo vénardì come erano fatte queste locuste si- condo natura: oggi voglio che noi le vediamo come son fatte sicondo la colpa. Dice Giovanni al viiij cap.: Et simiUludmes locustarum similes equis paratis in proeUum: et super capita earum iamquam coronae similes auro: et facies earum Iamquam facies liomimm. Et hahehant capillos sicut capii- los mulierum^ etdentes earum sicut dentes leonum erarif et ha- behant loricas sicut loricas ferreas^ et zox alarum earum sicut vox curruum equofum multorum currentium in bellum. Et ha-