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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/206

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Costui poi rittienando 1’ asino a la capanna, a pena si po- teva mutare: e costui il bastonava ispesso, dicendo: —’I ecco rasino che il Comuno tiene per servire a tre ville! i Egli non è buono a nulla. — Egli il bastonò tanto, chea;; pena il condusse alla capanna: nè anco gli diè nulla, j; Volete voi altro? Che, in (jonclusione, il quarto dì Fa- sino era scorticato. A proposito: così dicono queste donne, le quali sono ii ingannate de l’avarizia e de la miseria. Elle dicono: — questi prigioni non debbano avere necessità ninna, però che frate Bernardino è creduto assai, e egli gli ha ra- comandato molto bene ed è creduto: onde che eglino! debbono avere avuto de la robba pur assai. — Doh^! pòvarette, che voi séte errate in voi medesime e ingan- nate dall’avarizia! Ognuna stregue, ognuna stregne, e avete tanta roba, che voi non sapete che farne. Prima: se voi dite ch’io so’ creduto, e io vi dico che’l mio pre- dicare non giova a nulla. Di voi dico, che ognuna stre- gue, e’ pòvaretti stentano. Deh, non mirate a le mani r una a l’altra! Chè sentii che quando fu martoriata quello pòvaretto che fu impicato, che poi che egli! ebbe de’martori!, che ricondotto in prigione in suo riposo, era in terra. Doh, uffiziali, provedete per raffior di Dio! Io vi dico che ella è santa cosa la giustizia, ma non si vuole però usarla con crudeltà. 0 non hai tu i così notabile detto? Judicium sine misericordia fiat ei qui non fecit misericordiam: — Giudicio senza ninna miseri- cordia ricevarà colui il quale non sarà misericordiosa |< in altiuio — Oimmè, ch’io vego tanta crudeltà in voi, ch’io temo che Iddio non ve ne facci anco di male, V^oij vedete in quanto bisogno i pòvaretti stanno. Dall’ altra [ 1 Qui ha fine nella stampa il detto Racconto.