Vai al contenuto

Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/231

Da Wikisource.

jsse da ima porta, e io andarci all’ altra dove non fusse L nebbia. —Eoli vorrebbe foroie, vestimenti: che mon- i a dire, che se egli n’avesse cento delle migliaia, egli on sarebbe contento. Mai non si sazia uno ricco; e per uesto dice Iddio: ^ Mittam famem super terram: — Io néttarò la fame sopra a la terra. — Che se tu consideri Y avaro, egli non ha mai tanta

)bba, che non gli paia stentare. Ecci ninno di voi che

bbi tanta robba che gli basti? Se ce n’è niuno, si rizzi dito. Oh, voi non rizzate il dito, niuno! Questo è segno he tutti séte avari, e così voi; donne. Or andate a fare eia mercanzia assai; chè voi vedete, non avendone biso- no, ogni volta fate peccato mortale, se voi non la date ’ pòvari per l’amore di Dio. Questa è la conclusione ’Alisandro. Va’, guarda a XLvij distinzioni nel cap. che )0mincia: Omnis et sicut^ e trovarai come questa avarizia condennata. Simile dice David; ^ In circuitu impii am- ’danl quia numquam finem inveniunt: — Nel circuito de’gat- vi vanno, però che mai non trovano fine. — Questo si ede per molti, che se potessero, sbudellarebero Cristo er far corde di lenti. Sai che cerchi, se tu vorrai tro- are il fondo dell’ avarizia? Come se tu cercasse il capo atomo a uno cerchio. Uno avaro può ben trovare il prin- ipio, ma non la fine. Fa’ ragione d’ aver a cercare il rincipio del Campo e aggira attorno attorno a la selice,- 1 trovarai bene il principio dove cominciarai, ma non i fine. Così dico a te, avaro, che raguni: tu avesti bene principio, ma tu non arai mai fine. Cerqa nel Di- ro de’re a xxv cap: Anima inimicorum tuorum rota- 1 Profezia d’Amos, cap. ottavo vers. 11. 2 Salm. xj, vers. 9. ® Cioè, delia Piazza del Campo, dove il Santo predicava.