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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/27

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di Dio. — Così debbi fare tu, quando la tentazione viene, la quale si tira dietro il pecato mortale. E questo dà contra a molti, che hanno detto c credono, che ninna persona possa vivare senza il peccato mortale. E io dico che e’ ne sono le migliaia e migliaia di quelli che sanno risistere a le tentazioni. Questi tali uomini non so’ fatti come séte fatti voi: voi séte ingannati. Uno picolo pec- cato vi pare grande, e uno grande vi pare picolo. So’ di quelli che uno carbone lo’ pare bianco: costoro so’ neri, loro, e credono che ognuno sia nero come so’ neri loro. Piglia questo essemplo: così interviene a loro. Abbi uno piguiatto nuovo, e póllo a fuoco co la cucina che tu vi vuoi fare dentro. Se vi sarà il fuoco grande, le mosche si pongono intorno da la lònga: come il fuoco manca, e elle s’ apressano. Poniamo che tu vieni alla pre- dica: se *1 fuoco si spegne e ’l pignatto si rafreda, allora le mosche vi s’ a pongono e vanno d’intorno, se esse vi potessero entrare. Se tu el lassasse punto scoperto, la mosca v’ entrarà dentro: se ella v’ entra, mal va: se tu ne la cavi, tu fai bene; ma meglio era se tu avessi tu- rato, sì che non vi fusse cascata. Che vo’ dire? Dico che tu ti guardi, sì che ne la volontà non vi caschi la mo- sca del pecato. In Cristo non cascò mai pecato ninno; mai non fu mosca in sua vivanda. Bisogna anco una terza regola, e non sarai ingannato da lo intelletto,* è questa la facultà. Due cose è di bi- sogno che tu abbi: Prima, cognizione de le cose umane. Siconda, cognizione delle cose divine. Prima, cognizione delle cose umane. Dice Giovanni: éabo illi stellam matutinam: * — Io gli darò la stella ma- 1 Apocalisse, cap. secondo, vers. 28.