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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/288

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dicendo; — o giovani, innanzi che venga l’ora de lo str^ mo giadicio vostro, convertitevi a me, e rimanetevi del? vizio vostro. Aviate fidanza in me, se voi vi volete al tutto rimanere, pentendovi del fallo comesso, e per Fave- nire non volendovi più cascare. Io ho pagata la pena per voi, se voi vi rifi darete in me con queste condizioni. — Non so’ chiamati da Dio coloro che non si vogliono arnendare,* anco dice Favolo che so’’ figliuoli di difiden- zia. Ciò vuol dire che chi invechia in questo peccato, si può quasi sfidare. * Colui che vuole invechiare sempre fa- ciendo male, dimmi ^ puossi chiamare altro che figliuolo di difidenzia? Colui che è vechio non aspetta se non la ’ morte: non si può fidare ne la vita, ma più tosto sfidare. Io non dico che al tutto al tutto elli si debbi però sfì- dare, ma e’ può quasi quasi credere di non èssare aitato, se grande compunzione e pentimento e’ non ha. Va’, legge nel Dicreto alla vij Distinzione, cap. e ve- drai che non si debba sperare d^ essere accetto a Dio colui che passa e’ trentatre anni involto in quello pec- cato. E questo è solo perchè ognuno si guardi,* e chi si fusse involtovi, si tiri adietro. E però io vi conforto che per amore di Dio non sia ninno che in tal peccato caschi mai più, acciò che Iddio non ti giudichi a la eter- nai pena.

Coglie insieme il mio dire di stamane. Timete Deum, timete Deum, Non seguitate questo maladetto vizio tanto detestato da Dio, però che tu vedi che tutti e^ servi dì Dio ne parlano tanto chiaro. Fra’ quali è il detto di Da- vit: Corrupti sunt et ahominabiles facti sunt in studiis suis: non est qui faciat honum, non est usque ad unum. Hai ve- 1 II Cod. PaL^ disperare.