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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/403

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Minuisti eum pctulo minus ab Angelis: gloria et honore coro- nasti eum et conslituisti eum super opera manuum tnarum: — Tu r hai diminuito più basso che li Angioli et hàlo in- coronato di gloria e d’ onore et hàlo costituito sopra a 1’ opere delle tue mani. — Come costoro ebbero inteso che Idio voleva incarnare e farsi tanto basso, molto se ne maravigliavano. Allora Idio lo’ disse: — Io vi pongo in libertà questa legge: chi sarà quello che si vorrà umiliare al mio volere e adorare T uomo unito con Dio^, sempre starà in gloria in eterna pace.; e chi non si vorrà umiliare a questo uomo, sarà sbandito e scacciato da tanta gloria, quanta àranno quelli che ’l vorranno ubidire e onorare e adorare; e chi gli darà centra, sarà messo in affanni e in trìbulazione. ~ Tutti quegli che consi- derare la sua somma bontà, che a lui si voleva ubidire et umiliare, perchè lui era quel sommo bene da cui pro- cedeva ogni bontà, e considerando che da lui avevano avuta la creazione, proposorsi di volerlo ubidire. E così umiliati accettare la grazia che lui T aveva aparechiata; e così ricevuta la grazia, furo confermati ne la volontà sua di sempre ubidirlo, e così data lo^ la grazia, furono confermati di mai non potersi‘ pèntare, e così rimasero. Ma il Lucifaro fece 1’ oposito a costoro con tutti quelli che ’l volsero seguire, el quale non contemplava Idio umanato, ma contemplava sè medesimo, avendo il suo pensiero’^a 1’ amore propio, vedendosi tanto bello, tanto nobile, in tanta altezza, che era sopra a tutti gli al- tri, da Dio in fuore. E perchè si vide in sì nobile stato^ ebbe invidia a la natura umana che doveva essere esal- tata sopra di lui, ed inde venne considerando sè in pec- cato di superbia, chè disiderò d’ essere sopra tutti gli ^ Il Cod. Fai., non partirsi nè potersi ec.