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420 | predica quadragesimaterza |
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non decima, no, nè quinquagesima, nè centesima parte non ne rendete! O credete voi che Idio ve ne facci di meglio? Peggio, che io ho intesa cosa che io non la sapevo, e volentieri l’ârei detta ne la sala del Consèglio, quando io vi predicai. Ho udito che so’ certe chiese, che so’ tanto venuto al debile, che non possono pagare quello che l’è stato imposto che paghino per lo Studio1. Io vi dico che voi non fate bene a fargli pagare, e saretene anco pagati per iudicio di Dio; chè non che voi le doviate fare pagare, ma eziandio sete tenuti di trarle di debito. Sapete che vi dico? A la barba l’avete! O se elle so’ tanto debili, che elle non possono reggere el prete, come lo’ ponete anco graveza? — Or passiamo via.
Hai el nùmaro longo ch’è dieci. Vede el nùmaro largo che è dilettazione, che fa el nùmaro di cento. E sai come tu farei questo cento? Fa’ che d’ognuno tu ne facci dieci, cioè che ogni cosa dirizi a Dio, e fa che tu ne facci due parti di questo dieci, cinque e cinque: e’ primi cinque so’ in quanto a la innocenzia e gli altri cinque in quanto a la giustizia. Prima vediamo e’ primi cinque, e intendeli bene, e poi vedremo gli altri cinque.
Prima vediamo i primi cinque. Bisogna che tu oda el comandamento di Dio e volontà di Dio. Non sai tu quello che Idio t’ha comandato? — No. — Or va’ e odelo a la predica, però che questo è il fondamento del-
- ↑ La presta non altro era che una imposizione, generale o speciale, che aveva a fondamento la Lira, portava quell’interesse e veniva restituita in quel tempo, che era ordinato nell’atto della sua decretazione. Si ha più d’un esempio di Preste imposte al Chiericato con o senza il consenso del Vescovo, e non di rado quelle imposte al chiericato si raccoglievano, come appunto questa a cui allude il Santo, in favor dello Studio.